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Comunità Acquavivamodello organizzativo

Modello Organizzativo della Comunità terapeutica per minori con problematiche psichiatriche

L’assetto organizzativo fa essenzialmente riferimento al modello della Comunità Terapeutica, e vede il suo principale fattore terapeutico-riabilitativo nel lavoro di gruppo.
È l’insieme di tutti gli operatori che adempie alla complessa funzione terapeutica in ambito residenziale attraverso:

1) il contenimento degli agiti e delle trasgressioni

2) la mediazione con la famiglia, il territorio e la scuola

3) la promozione del senso di appartenenza alla nuova situazione abitativa, e di conseguenza l’acquisizione di un maggiore senso della propria identità

4) l’accompagnamento del paziente nella vita quotidiana, interna ed esterna alla Comunità, con condivisione delle attività e dei diversi momenti della giornata.

È prevista la costruzione di progetti personalizzati, formulati per ciascun paziente a seconda della personale storia di vita, della diagnosi come valutazione dinamica della personalità, della presenza o meno di un contesto familiare di riferimento e del grado di collaborazione al progetto.

Metodologia della presa in carico dell’ospite

Il paziente dovrà essere presentato dal servizio pubblico che lo assiste attraverso una relazione scritta che consenta una prima valutazione della idoneità della nostra struttura per il trattamento della situazione clinica attuale.
Soddisfatta la condizione precedente, verrà effettuato un primo colloquio da parte del Responsabile e del Medico psichiatra della Comunità. In tale sede verranno esposte al paziente le caratteristiche della residenza in Comunità Terapeutica, illustrato il programma terapeutico e le linee generali del trattamento. Se a questa valutazione il paziente verrà giudicato idoneo alla cura, verranno proposte una serie di visite per consentire al paziente di conoscere personalmente la realtà nella quale intende accedere ed agli operatori di perfezionare l’osservazione ai fini del definitivo inserimento.
L’accoglimento definitivo del paziente non potrà avvenire prima di aver completato i colloqui preliminari e che l’ingresso sia stato concordato con DSM o Servizio di Neuropsichiatria di appartenenza del minore.
È necessario disporre di referenti di facile e costante reperibilità del Servizio Pubblico Inviante al fine di poter far fronte a quadri di urgenza, anche psichiatrica, che potessero insorgere in corso di trattamento.
La gestione delle persone ospitate nella Comunità, avviene attraverso un modello di presa in carico mutuato dalle esperienze di “comunità eccellenti” in altre regioni e costruito nel corso degli anni sulla base dell’esperienze prodotte e delle relative verifiche. Il modello utilizzato, vuole innanzitutto garantire la soddisfazione dei bisogni, sia di tipo pratico (cura della persona, dei propri ambienti e dei propri oggetti) che di tipo relazionale e psicologico che possono caratterizzare le persone ospitate.
Nella pratica ciò avviene attraverso la presa in carico da parte di tutta l’Equipe Terapeutica, formata da: Psicologhi, Psichiatri, Educatori Professionali ed Infermieri ai quali viene attribuita la responsabilità ed il compito di pensare, organizzare, mettere in atto e monitorare al meglio l’intervento rivolto ad ogni singolo ospite.

Periodicamente in sede di riunione di Equipe o Supervisione:

• Si svolge una verifica sull’andamento del proprio operato, delle modalità di presa in carico e delle dinamiche relazionali messe in atto.

• Si propongono il mantenimento o la eventuale modifica di determinati interventi messi in atto.

• Si svolge la verifica dei progetti individuali di presa in carico.

• Si stendono i progetti e percorsi da proporre ai singoli ospiti per l’anno successivo.

I Progetti Terapeutici Individualizzati, vengono ideati e discussi nell’Equipe allargata con tutti gli operatori della Comunità e coinvolgendo i Servizi Invianti e i famigliari.

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