Oltre ai "disturbi dell'età evolutiva", ci occupiamo di "devianza minorile".
devianza
Possiamo definire i comportamenti devianti come tutte quelle condotte che non seguono le regole e vanno contro le norme, ed i principi di una determinata comunità sociale a cui si appartiene.
Per devianza ci si riferisce quindi a tutti quesi comportamenti trasgressivi come il vandalismo, l'aggressione, il furto ed il danneggiamento verso gli altri. Questi comportamenti devianti non devono per forza essere illegali per ritenersi tali, anzi molto spesso non vi sono gli estremi per interventi che coinvolgono polizia e autorità giudiziarie.
In un'altra definizione, per devianza si intende quell'insieme di comportamenti che infrangono quel complesso di valori che, in un determinato quadro sociale, risultano "validi e fondanti in base alla cultura del gruppo sociale dominante". Si è iniziato ad utilizzare l'espressione di 'devianza' per superare classificazioni troppo forti ed eccessivamente negative. Come detto, un soggetto deviante non è sempre un pazzo od un criminale.
Il termine “devianza minorile” indica un fenomeno ancor più complesso in quanto le variabili che determinano la condotta del minore sono molteplici, possono essere familiari, sociali, ecc.. Si può considerare che il minore esibisce la propria aggressività ed il proprio disagio per dimostrare di esistere, anche a sè stesso; rifiuta le regole della società dominante ed in questo senso, il comportamento deviante rappresenta la sua modalità di comunicazione. In questo processo risulta fondamentale la presenza dell’adulto, in grado di controllare la sua crescita e la sua maturazione. Ribadiamo che non tutti i comportamenti devianti coincidono con i comportamenti delinquenziali.
La devianza minorile, quindi, si manifesta con comportamenti diversi ed è riconducibile ad una pluralità di interpretazioni. La carenza educativa della famiglia e della scuola giocano un ruolo fondamentale, i minori privi di una solida struttura familiare sono i soggetti più a rischio.