progetti territoriali

L’esperienza maturata all’interno della Comunità Acquaviva nel tempo ha reso evidente come il solo percorso residenziale non sia sufficiente. Per una buona riuscita e  tenuta di un percorso, serve un collegamento fra la struttura e il territorio in cui il ragazz* si reinserisce, tra comunità dentro e comunità fuori, che accompagni e consolidi, sul territorio e col territorio di origine, i progressi e le consapevolezze che ha acquisito durante la sua permanenza in Comunità. 

Per questo la Comunità Acquaviva ha dato vita al Progetto Con-Tatto con l’obiettivo, attraverso l’attivazione di una Comunità Educante, di costruire legami fra tutti i soggetti che sono parte di un contesto umano e sociale in grado di sostenere le famiglie in difficoltà. Si trasferiscono così le competenze della Comunità Terapeutica, nella comunità territoriale, creando per i ragazzi bisognosi di aiuto luoghi nuovi da abitare e vivere all’interno del proprio conteso di vita, in modo che la “cura” e la consapevolezza delle loro fragilità passino e restino anche all’interno di reti e azioni meno istituzionali. La volontà è quella di riproporre quel modello relazionale emotivo, funzione primaria di una comunità terapeutica, anche nella società esterna, nelle famiglie e nel territorio, per rispondere sempre più in modo mirato ai bisogni dei minori di età.

I Percorsi Territoriali Comunitari all’interno del progetto Con-Tatto, si dividono in due aree: una definita Dimissione Protetta, che attraverso uno sganciamento graduale accompagna gli/le ospiti della comunità in un percorso verso il territorio. Il reinserimento di un utente nel suo ambiente di vita è forse il momento più delicato e per questo deve essere adeguatamente supportato e pensato. Per questo si ritiene fondamentale un accompagnamento del minore nel momento del suo passaggio dalla comunità al suo ambiente di vita per sostenere, supportare e consolidare i cambiamenti ottenuti, nella ricerca di un equilibrio e stabilità tra “dentro” e “fuori”. Obiettivo fondante di questo accompagnamento diventa la costruzione di una rete di servizi, strutture, attività in grado di avvallare e sostenere una progettualità ad ampio raggio, il cui fine diventerà un percorso per la vita, condiviso e partecipato tra tutti i soggetti coinvolti. 

L’altra area, definita PreIngresso, prende in carico famiglie e minori che manifestano un disagio, un malessere ma che non hanno mai intrapreso un percorso comunitario, con l’obiettivo di capire insieme, se la comunità può essere la risposta adeguata al raggiungimento di un rinnovato equilibrio e benessere. La volontà è di stimolare il desiderio al cambiamento costruendo assieme ai ragazzi coinvolti il percorso per raggiungerlo. Gli interventi messi in atto possono essere intesi anche come strategie di potenziamento delle competenze possedute dai singoli ragazzi, dal  familiare e dalla società, per sviluppare in loro la consapevolezza delle situazioni esterne e delle risorse individuali e affrontare così al meglio gli eventi critici. Obiettivo principale di un percorso di PreIngresso Territoriale Comunitario diventa quindi quello di calare la funzione cardine di una comunità terapeutica all’interno del contesto di vita personale e familiare del ragazzo, creando quello spazio relazionale ed esperienziale necessario al riconoscimento dei bisogni e del disagio e all’individuazione di risorse e potenzialità evolutive. Il contenimento offerto dall’essere un sistema aperto delimitato da confini (in questo caso non più fisici ma emotivi), consente al ragazzo di sperimentare, in ambiente protetto, un nuovo modo di relazionarsi, di entrare in contatto con se stesso, col proprio vissuto di sofferenza, col mondo sociale, con la propria famiglia e il mondo in senso più allargato.